È fondamentale parlare di Piano nazionale di ripresa e resilienza.
È fondamentale perché stanno uscendo i bandi e dobbiamo farci trovare pronti. Tutti: persone, imprese ed enti locali.
I bandi, così come i documenti riferiti alle 6 missioni, sono tutti consultabili sul sito italiadomani.gov.it
Un sito fatto bene, in costante evoluzione, così come lo è il cronoprogramma del PNRR.
Per ottenere i 235,6 miliardi (191,5 miliardi di euro fanno riferimento al Dispositivo di ripresa e resilienza, cui si aggiungono 30,6 miliardi del Fondo complementare messo a disposizione dal Bilancio nazionale e oltre 13 miliardi del Fondo europeo React UE) gli obiettivi e i traguardi da raggiungere sono complessivamente 527.
Abbiamo raggiunto i primi 51 obiettivi 2021 che facevano capo al Governo centrale ed ottenuto l’acconto di 24,9 miliardi e siamo in attesa della prima rata di 21 miliardi. Ora tocca a tutti proseguire giorno dopo giorno, semestre dopo semestre sino al 31 dicembre 2026!
Il PNRR non è solo missioni, obiettivi, bandi e miliardi; è soprattutto un piano dal cuore romantico: un vero e proprio Piano di trasformazione del Paese che coinvolge persone, imprese ed enti locali e che insiste su due pilastri:
- la sostenibilità ambientale e sociale
- la crescita basata su digitalizzazione, sviluppo e nuovi talenti giovanili e femminili.
La trasformazione avviene grazie ad un corposo piano di riforme. Alcune orizzontali e di accompagnamento che l’Italia attende da anni: dalla giustizia alla pubblica amministrazione, dal fisco agli ammortizzatori sociali. Altre abilitanti, necessarie per la realizzazione del piano: revisione del codice dei contratti pubblici e degli appalti, con l’introduzione di tempistiche serrate e una logica di semplificazione. Sono riforme che coinvolgono anche gli enti locali: la digitalizzazione, la tempistica dei pagamenti della PA e i tempi di aggiudicazione degli appalti e di realizzazione delle opere. Altre riforme sono invece settoriali: dalla legge quadro sulla disabilità alle normative ambientali fino a quelle della scuola.
Di tutto questo abbiamo parlato in Consiglio comunale della mia città natale lo scorso lunedì, una tappa del percorso di approfondimento del PNRR che condurrò in un mix di incontri territoriali di puntate nella mia rubrica “AGENDA RIFORMISTA” su Radio Leopolda.
Tra gli obiettivi del Piano vi è infatti anche quello di colmare le disuguaglianze territoriali, sia a livello di servizi offerti ai cittadini che di infrastrutture. E proprio per questo motivo una quota cospicua delle linee di investimento – pari al 36% del Piano (80 miliardi) – vedrà un coinvolgimento diretto degli enti locali. Questi non saranno solo chiamati a presentare proposte e a partecipare ai bandi, ma avranno un ruolo di primo piano nella realizzazione delle opere pubbliche, principalmente negli ambiti della rigenerazione urbana, dell’edilizia scolastica e dei poli 0-6 anni e anche nei settori della cultura e della sostenibilità ambientale.
Nonostante tali opportunità, trovo davvero troppo silente, in Trentino, il dibattito politico sul PNRR.
Vorrei invece che in tanti ci sentissimo parte di questo grande progetto nazionale ed europeo e che anche le imprese si facessero trovare pronte nei requisiti di base richiesti dai bandi, a partire dal “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali” (DNSH) fino ai Rapporti e alle Certificazioni per la parità di genere e per il rispetto delle percentuali di assunzione di giovani, donne e delle persone con disabilità.
Il grado di adesione e consapevolezza al Piano di persone, imprese, amministrazioni centrali e locali, determinerà, per il sistema Paese, la possibilità di ottenere tutte le risorse e di centrare gli obiettivi di crescita, digitalizzazione e sostenibilità ambientale e sociale.
L’Italia è il secondo maggior beneficiario delle risorse del NGEU e un insuccesso dell’Italia comporterebbe il fallimento dell’evoluzione europea verso un sistema capace di strategie comuni, compreso un nuovo debito comune europeo.
Oggi vi saluto con le importanti parole che il Presidente Mario Draghi ha consegnato al Parlamento
«Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti»
Tocca a noi!
P.S.: Da lunedì 24 sarò a Roma chiamata a votare per eleggere il Presidente della Repubblica. Sento tutto il peso di essere una grande elettrice in un momento tanto complesso e cruciale per l’Italia.
Ad oggi ancora il quadro non è chiaro e i grandi elettori hanno ancora molte carte coperte, quindi non mi lancerò in pronostici. Ho certamente una mia preferenza e ne avete trovato ampi indizi in questa newsletter. Vi assicuro però che qualsiasi scenario si delineerà, voterò pensando solo a ciò che va meglio per l’Italia.