Oggi dobbiamo riprendere la strada dell’autonomia: che è quella con il baricentro in Europa.
Appuntamento con la storia e con il futuro dell’Autonomia.
Ne ho parlato con il senatore Giorgio Postal, il sociologo Mauro Marcantoni nel corso dell’incontro “Autonomia: dal conflitto alla convivenza” che puoi riascoltare:
Avvertiamo forte la necessità di rivitalizzare e riempire di prospettiva la nostra specialità e per questo abbiamo approfondito temi importanti come il percorso che ci dovrà portare verso il Terzo Statuto d’Autonomia. La Consulta di Trento e la Convenzione di Bolzano ci hanno consegnato due testi diversi e complementari. Serve quindi un luogo politico ed istituzionale per arrivare ad un testo unitario, perché la procedura di modifica prevista dall’articolo 103 dello Statuto prevede un testo comune alle due Province autonome.
Oggi il contesto non è maturo per modificare lo Statuto ma dobbiamo farci trovare pronti. Dopo l’occasione persa del Referendum costituzionale del 2016 la prossima finestra potrebbe essere la riforma del Federalismo fiscale ed in ogni caso servono le revisioni necessarie per prevedere:
- gestione di fondi quali il PNRR
- la gestione di eventuali emergenze
- la possibilità di rapporti con la UE e internazionali
Argomenti rispetto ai quali anche il Presidente della Commissione “dei 12” Fabio Scalet e il sociologo Nadio Delai si sono trovati d’accordo.
Sul ruolo del Trentino le risposte arrivate sono state diverse e articolate.
Il Senatore Postal ha sottolineato il valore strategico del rapporto con il Sudtirolo e la straordinaria importanza della delegazione parlamentare, «la sola capace di risolvere questioni che solo a livello romano possono essere affrontate: dalla difesa dell’Autonomia, all’ottenimento di nuove competenze, fino alla definizione degli accordi finanziari».
Il sociologo Marcantoni ha spiegato le ragioni che dal ’72 al 2018 hanno portato la Provincia autonoma di Trento, e ancora più quella di Bolzano, a crescere più di altri territori. Marcantoni ha individuato 3 principali fattori: la buona attuazione di 54 norme di attuazione, una classe dirigente capace e un capitale sociale laborioso, rispettoso delle istituzioni e dotato di senso di responsabilità.
Sono convinta che se il Trentino ha giocato un ruolo preponderante per il Primo Statuto, tanto da provocarne il superamento e un ruolo di mediazione imprescindibile per l’adozione del Secondo Statuto, oggi il ruolo della nostra Provincia risulta più incerto.
Il Trentino si trova chiuso tra la spinta dell’Alto Adige a brillare di luce propria e il nuovo protagonismo di alcune Ordinarie sostenuto anche dalla forte spinta del PNRR, che invece il Trentino non sta cogliendo fino in fondo per il vuoto di guida politica della attuale Giunta.
La strada che vedo, per uscire da questo impasse, è quella di un progetto politico consapevole che rimarchi il rapporto con l’Alto Adige e che solleciti una spinta all’evoluzione dalla società trentina: Statuto e competenze vanno infatti di pari passo con l’evoluzione del capitale sociale trentino.
Detto con parole forti, oggi siamo in una situazione di chiusura vicina all’autarchia e dobbiamo quindi riprendere la strada dell’autonomia: che è quella con il baricentro in Europa.
L’identità europea oggi ha un significato molto concreto: sia per gli investimenti che nelle trasformazioni sociali.
Dobbiamo guardare a trasformazioni energetiche, ambientali, digitali e infrastrutturali. Servono soluzioni inedite a problemi storici (come per A22). Serve lavorare per riassorbire le diseguaglianze e la denatalità. Servono contaminazioni sociali (generi, culture e formazioni diverse) per assumere le decisioni migliori. Del resto l’autonomia è se è innovazione, altrimenti diventa mera conservazione.
Il Terzo statuto sarà quando sarà specchio di una società europea: paritaria, equa, innovativa ed anche entusiasta. Un percorso a cui serve una guida politica che crei lo spazio per molte innovazioni alcune delle quali, riuscendo, diventeranno le tradizioni di domani.
Tutte le società che non hanno saputo girare pagina si sono spente. Può accadere anche all’Autonomia perché gli strumenti giuridici e le risorse nulla possono se non sospinti da un modello sociale vivo.