No alla violenza. Il grido delle donne
Rifletto con voi sul senso e sulla sofferenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, avendo negli occhi lo sguardo dei genitori, delle sorelle e dei figli delle donne che non ci sono più.
Un dolore infinito che si ripete ogni tre giorni. Ogni tre giorni, una donna viene uccisa in modo efferato da un uomo che conosce, troppo spesso da un uomo che ha amato, dal padre dei propri figli. Figli che a loro volta sono vittime che assistono alla violenza.
Milioni di donne nel mondo sono vittime di violenze. Matrimoni forzati, mutilazioni genitali, violenze sessuali come arma di guerra, comprate e vendute come oggetti del mercato della prostituzione, molestate sui luoghi di lavoro, maltrattate in famiglia.
Vorrei dirvi che l’Italia è immune da tutto questo ma i dati dicono l’esatto contrario. Anche in Italia oltre 6 milioni di donne, tra i 16 e i 70 anni, subiscono violenze: violenza economica, psicologica, minacce, percosse, violenze sessuali.
E un fenomeno sociale che riguarda la sfera privata di troppe persone per non essere definito pubblico.
È un fenomeno grave e strutturale: una violenza che vede attori uomini – per lo più italiani – che agiscono comportamenti violenti indipendentemente dalla loro formazione, dal tipo di lavoro, dal livello reddito, dalla zona geografica in cui vivono.
E accade perché la violenza dipende da un rapporto sperequato tra uomini e donne, in cui le donne sono considerate subalterne, trattate come oggetti.
Noi vogliamo fermamente CONTRASTARE la violenza sulle donne!
E per questo dobbiamo punire severamente tutti gli uomini autori di tali reati, dobbiamo proteggere e tutelare al meglio le donne vittime.
Noi vogliamo PREVENIRE la violenza sulle donne!
E lo dobbiamo fare CONDUCENDO A MATURITÀ un contesto pervaso da cultura patriarcale. FORMANDO una società che conosca il senso della parola rispetto. SPECIALIZZANDO professionisti, avvocati, giudici, forze dell’ordine che abbiano chiara la differenza tra conflitto e violenza. Medici e operatori sociali che sappiano leggere i segni della violenza. Giornalisti che sappiano raccontarla.
Noi vogliamo CANCELLARE la violenza dalla vita delle donne.
E per questo è inevitabile prendere in carico gli uomini.
Per ogni vittima c’è un uomo che l’ha uccisa, per ogni donna ferita c’è un uomo che l’ha picchiata.
Per fermare la violenza servono Centri per la rieducazione degli uomini autori di violenza: accreditati, diffusi sul territorio, parte integrante della rete antiviolenza con le Questure e le Procure della Repubblica.
Quegli uomini autori di violenza devono essere guidati: a comprendere l’enorme disvalore sociale dei loro agiti, a riconoscere la violenza, a contenere la rabbia, così da ridurre le escalation e le recidive.
Desidero pensare al 25 novembre come ad una giornata di ricordi e anche come ad una giornata concreta in cui ci diciamo cosa deve ancora essere fatto per eliminare la violenza sulle donne.
Una giornata che ci richiama alla responsabilità quotidiana di riprogettare un’Italia in cui le Relazioni siano libere dalle violenze e dove la condanna sociale verso ogni tipo di violenza sia unanime.
Ho raccontato l’intensa giornata vissuta in Senato in una intervista a Trentino TV:

Femminile, plurale
Italia Viva ha riflettuto e fatto proposte concrete sul tema dell’empowerment femminile e della violenza maschile contro le donne, nel convegno “Femminile, plurale” che si è svolto in Sala Zuccari del Senato il 23 novembre, alla presenza di tutte le Parlamentari.

La risposta giudiziaria ai femminicidi in Italia
Con la Commissione d’inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza domestica e di genere, abbiamo presentato lavoro e relazioni “La risposta giudiziaria ai femminicidi in Italia. Analisi delle indagini e delle sentenze. Il biennio 2017-2018” in un convegno alla presenza della Presidente Casellati e delle Ministre Bonetti, Cartabia, Lamorgese.