Anche quest’anno la Leopolda è stata un trionfo di partecipazione politica. E chi c’era lo sa.
Una Leopolda intensa e con contenuti politici e tecnici. In tre giorni di lavoro è emerso con limpidezza come Italia Viva sia un’area politica europeista e riformista nata innovativa e per chi si sente giovane.
Abbiamo anche ribadito quanto deciso alla nascita di Italia Viva, essere realmente femministi. Una parità scelta come categoria politica oltre che un valore. Una categoria distintiva come l’essere europeisti che rappresenta un’enorme responsabilità per tutti noi. Un impegno che Italia Viva ha concretizzato con risultati storici: dal Family Act alla battaglia per il doppio cognome, passando per il finanziamento di centri di rieducazione per uomini autori di violenza.
Questo a dimostrazione che, in tema di parità e non solo, per noi parlano i fatti.
Abbiamo discusso delle grandi transizioni che l’Italia deve compiere da qui al 2026 con il PNRR: trasformazione digitale, trasformazione verde e climatica, trasformazione delle periferie, trasformazione di diseguaglianze in eguaglianze: di genere e generazionali. Trasformazione della Sanità con il Piano 2030. Trasformazione in un paese che crede nella bellezza e nella cultura.
Trasformazione della giustizia da giustizialista a garantista, con una sessione di dibattito resa intensa dagli interventi di Sabino Cassese, Carlo Nordio, Gian Domenico Caiazza, Enrico Costa, Annamaria Bernardini De Pace, Alessandro Barbano.
La riflessione politica è stata plurale e aperta ai contributi di tanti attori del vasto campo politico europeista e riformista come Beppe Sala Sindaco di Milano, Sandro Gozi, Benedetto Della Vedova, Riccardo Nencini, Arno Kompatscher, Emilio Carelli e molti altri ed altre.
L’intervento finale di Matteo Renzi, lo qualifica per ciò che è: un talento politico. Chiunque abbia a cuore il proprio futuro dovrebbe dedicarsi il tempo per ascoltare il suo intervento finale: