Care Amiche e Cari Amici,
desidero condividere le ragioni di una scelta importante e urgente. Una scelta che riguarda il futuro di ciascuno di noi.
L’Enciclopedia Treccani definisce trasformismo la prassi politica, inaugurata da Depretis, consistente nel formare di volta in volta maggioranze parlamentari su programmi contingenti, superando le tradizionali distinzioni tra destra e sinistra.
Negli anni il termine ha assunto un significato meno positivo sino a raggiungere il peggiore degli accostamenti nel dicembre del 2010, quando fu attribuito ai parlamentari che Silvio Berlusconi portò dall’opposizione a sostegno del suo governo.
Quei parlamentari furono chiamati responsabili da chi beneficiò di quella operazione, trasformisti da chi la subì.
La stessa operazione fu prospettata proprio da Matteo Salvini al presidente Mattarella all’inizio di questa legislatura: il centrodestra non aveva i numeri per formare il governo così Salvini e Berlusconi chiesero a Mattarella di poter cercare i parlamentari mancanti in Parlamento. Il Capo dello Stato chiese loro di conoscere prima i nomi di quei responsabili. Non arrivarono. Sfumò così la possibilità di formare un governo di centrodestra … allargato.
Fu creato invece un governo giallo-verde, grazie a un accordo tra Lega e M5S. Una maggioranza che, a seguire il ragionamento di molti, non era stata votata dai cittadini. Un governo di “ladri di voti”, prendendo arbitrariamente a prestito una definizione più volte utilizzata da Salvini negli ultimi giorni. Nessun elettore di Forza Italia, di Fratelli d’Italia o della Lega aveva dato a Salvini il mandato di formare un governo con il M5S.
Insomma, caro direttore, senza voler scomodare la storia, diciamo almeno che le vicende politiche vanno analizzate con un po’ di memoria e soprattutto, da parte di chi ha maggiore capacità di analisi, provando anche ad andare contropelo rispetto al giustizialismo spicciolo cui ci hanno abituato molti protagonisti della politica negli ultimi tempi.
Ora, solo perché Lei ha ritenuto di dedicarmi l’editoriale della domenica, passo a parlare della mia scelta di aderire a Italia Viva. L’ho fatto – in modo convinto – e l’ho potuto fare grazie alla Costituzione della Repubblica Italiana che garantisce ai parlamentari di esercitare il proprio mandato senza vincolo di mandato.
Tutti noi sappiamo bene che molte guarentigie inserite nel nostro testo fondamentale furono pensate e volute dai Costituenti per impedire che nuovi autoritarismi, come il fascismo, e nuovi aspiranti dittatori potessero mettere in pericolo l’ordinamento democratico del nostro Paese.
Il centrodestra italiano, che nel 2018 mi accolse in quota Scelta Civica – Noi con l’Italia, nel momento cioè in cui vi ho aderito, vedeva in Forza Italia il primo partito della coalizione. E Forza Italia – partito al quale non sono stata iscritta mentre ho aderito da indipendente al gruppo parlamentare – era in quel momento il principale movimento che in Italia difendeva i valori per cui mi sono sempre impegnata in politica: il liberalismo, il popolarismo, l’Europa, l’atlantismo.
Fu proprio in quella tornata elettorale che per la prima volta il sovranismo di Salvini e Meloni risultò maggioritario rispetto a Forza Italia nella coalizione di centrodestra. Fu Salvini che decise di tradire le indicazioni del suo elettorato pur di andare a governare. Se invece di cedere alla tentazione della poltrona fosse rimasto fermo sulla richiesta di nuove elezioni probabilmente la storia sarebbe andata in altro modo.
Ma soprattutto ci sono gli ultimi 18 mesi di legislatura e di storia, che non possono essere trascurati, a spiegare la mia scelta. Salvini che chiede pieni poteri; che pur di guadagnare consenso porta l’Italia in contrasto con tutti i nostri alleati storici, in Europa e nel mondo. Il leader della Lega è riuscito nell’impresa di fare tutto questo e nello stesso tempo di non trovare il sostegno dei paesi di Visegrad sul tema dei migranti per poi arrivare al capolavoro finale: farsi scaricare contemporaneamente da Putin e da Trump.
Gentile direttore, se sono trasformista io lo è pure Trump che ci ha messo lo spazio di un tweet per sostenere questa maggioranza, lo è Putin, la Merkel, Macron e, ultimo ma non meno importante, il Vaticano, che con la diplomazia che lo caratterizza, ha chiaramente dimostrato di non fidarsi del baciapile leghista.
A questo si aggiunga la decisione di Matteo Renzi di lasciare il PD con tutte le sue contraddizioni e di creare un nuovo contenitore che si richiama in modo netto e chiaro alla tradizione politica liberale e popolare che ha sempre animato il mio impegno politico e mi ha spinto a entrare in Scelta Civica nel 2013, avviando la mia prima esperienza nazionale dopo l’impegno locale in UpT.
Lo spazio che occupo in Parlamento, caro direttore, è sempre quello. Semplicemente ho deciso di non abdicare ai miei valori, cedendo alle tentazioni autoritarie, populiste e sovraniste di Matteo Salvini, che hanno ormai egemonizzato la coalizione che mi aveva accolto nel 2018.
Per questo le dico che il mio è il primo dei passi che molti elettori ed eletti compiranno per rimanere coerenti a ciò in cui credono. I movimenti nei quali ho investito negli anni energie e idee hanno un’unica caratteristica: essere idonei a rafforzare quel baricentro politico che oggi Italia Viva vuole costruire. Chi mi ha votato e che mi voterà questo lo sa e i messaggi di incoraggiamento e condivisione che ho ricevuto in questi giorni lo dimostrano.
Serve molto tempo e spazio per poterlo spiegare in modo pacato e articolato ai cittadini, per questo la ringrazio davvero per l’opportunità che mi offre, ma posso garantirle che nella attuale fase storica è molto più probabile che a tradire siano quelli che per varie ragioni decidono di restare legati a vecchi e spesso sbiaditi contenitori politici invece di trovare il coraggio di difendere i propri ideali assumendo decisioni difficili ma giuste.