Votare per l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana è stato un atto istituzionalmente solenne. Ed anche un atto umanamente emozionante.
Ci tengo a sottolinearlo prima di ogni altra considerazione. Perché le Istituzioni sono la garanzia della democrazia e della libertà.
Aggiungo che la rielezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica e la riconferma di Mario Draghi alla giuda del Governo italiano sono due ottime notizie per le Istituzioni e per il Paese.
Ne sono convinta e ne ho parlato a più riprese a TG Trentino e anche a Filo Diretto: Parte 1 – Parte 2 – Parte 3.

Politicamente, Mattarella è il Presidente scelto nel 2015 dall’allora Premier Matteo Renzi e Draghi è il punto d’approdo della crisi di Governo che come Italia Viva abbiamo voluto a gennaio 2021 per permettere all’Italia di salvarsi dalla deriva di inconsistenza populista.
Riconfermo quindi con convinzione la mia fiducia e gratitudine ad entrambe queste figure di riconosciuta statura nazionale ed internazionale.
Discorso diverso per la settimana trascorsa in trattative, che ha lasciato macerie in alcuni partiti e reso evidente l’inadeguatezza delle leadership di Salvini e Conte in particolare.
È sotto gli occhi di tutti come Salvini abbia bruciato 22 candidature autorevolissime buttandole in pasto alla pubblica ribalta senza alcuna condivisione, abbia fatto esplodere il Centrodestra e abbia esposto la Seconda Carica dello Stato ad una votazione politica e muscolare con il risultato abbandonarla ai franchi tiratori del proprio partito ed area politica. Difficile fare peggio di così.
Può essere che la Lega non lo sfiduci ma il suo fallimento come politico è conclamato. Resterà come uomo da campagna elettorale se ancora gli italiani lo riterranno credibile. Sfiducia che invece aleggia nel mondo grillino dilaniato tra correnti e pochezza.
Il dato peggiore e più pericoloso delle trattative è però stato un altro, sempre riconducibile alla coppia giallo verde: il loro tentativo più volte perseguito di destabilizzare il Governo Draghi e di portare al Quirinale figure con profili da debolmente atlantisti fino a filorussi. Ripeto: azioni pericolose per la stabilità dell’Italia, scongiurate.
Oggi ancor più di ieri vanno riconosciute al collega e leader Matteo Renzi lucidità politica e doti di raro coraggio, che hanno permesso a tutti noi di lavorare costantemente per un’Italia europeista, atlantista e stabile.
Una stabilità dei singoli, collettiva e politica che ci permetta di procedere verso le grandi RIFORME e TRASFORMAZIONI del Paese.
La stagione del PNRR è esattamente questo: un cronoprogramma riformista.
Buon lavoro e ad majora
